Da quando ho iniziato questa avventura, mi sono trovata spesso a fotografare i miei amici. Soprattutto perché sono stati i primi a credere in me e a capire al volo il valore affettivo del reportage documentario di famiglia.

E così i miei amici sono diventati i miei clienti.

Poter raccontare la loro storia con immagini (il famoso storytelling che ormai sembra essere il nuovo prezzemolo di ogni offerta fotografica e non solo) mi ha resa nervosa (prima di scattare) e poi orgogliosa (dopo la consegna degli album)!

Ma con l’arrivo dei clienti ho scoperto anche l’altro lato della medaglia e tutto ad un tratto i miei clienti sono diventati i miei amici.

Ci capita di sentirci anche solo per vedere come sta l’altro o per raccontarci cosa hanno fatto i figli. E tutto questo per me è meraviglioso!

Sono assolutamente cosciente del fatto che il merito di tutto ciò è del tipo di relazioni che si creano prima, ma sopratutto, durante la sessione fotografica. Poter aprire la porta di casa ed essere se stessi, con i cappelli raccolti in fretta e con una tazza di caffe in mano (che non entra in circolo mai abbastanza in fretta), con i giocatoli sparsi per tutta la casa e con un figlio che ti abbraccia solo potersi pulire il naso sulla tua maglietta senza essere giudicati perché siamo amici e conosco molto bene quanto è difficile mandare avanti una casa ed un lavoro ed una vita sociale, è impagabile e vale la pena immortalarlo!