A fine gennaio ho compiuto 40 anni e visto che tutti mi hanno “avvertita” di quanto traumatico sarebbe stato questo evento, ho fatto come il Professor Lupin di Harry Potter, sono scappata a nascondermi in montagna. Hey, se devo sbroccare preferisco essere lontana dalla gente per non sconvolgere nessuno.
Va beh, la verità è che ogni anno a fine gennaio, mi ritaglio qualche giorno per andare in montagna. Non perché mi piace sciare, ma perché amo la neve ed amo ciaspolare su sentieri solitari.
Mi piace non incontrare anima viva. Mi piace poter essere da sola con i mie pensieri.
Amo il freddo pungente, quello che pizzica le guance e fa gocciolare il naso. Amo il respiro corto che si trasforma in cristalli di ghiaccio.
Quest’anno sentivo di averne ancora più bisogno di questo freddo e di questa solitudine.
Pensavo mi sarei sentita triste e persa nei bilanci di questi 40 anni, ma così non è stato. Anzi, tutto il contrario.
Mi sono divertita a nuotare nella neve (perché qualcuno ha sottovalutato il manto nevoso ed ha lasciato a casa le ciaspole). Poi però mi sono “divertita” a prendere un sacco di antinfiammatori, perché ammettiamolo, sono troppo vecchia per nuotare nella neve.
Ho fatto buon uso del mio regalo di compleanno, la Nikon F3! La macchina fotografica dei reporter per eccellenza. Un blocco di ferro costruito nel 1980 (come me), fatto per resistere a guerre ed ambienti estremi (non proprio come me).
Il piacere di sentire il clic dello specchio, la frustrazione di non vedere subito la foto scattata, persino l’odore metallico che permane sulle mani dopo averla usata, mi hanno riempito il cuore di gioia, di emozioni, di idee.
E poi assistere a dei tramonti mozzafiato è stata la ciliegina sulla mia non torta di compleanno.
Direi di aver passato un buon inizio della fine del mio quarto decennio sulla Terra.
Quando avevo 10 anni pensavo che compiere 40 anni significasse essere vecchi. Oggi… non posso dire di essere giovane (le pastiglie che ho dovuto prendere per poter stare in piedi la dicono lunga), ma posso dire di essere orgogliosa di avere 40 anni di esperienze, di vita vissuta intensamente.
Oggi è già febbraio e si riprende il tram tram del lavoro. Non vedo l’ora di conoscere la tua famiglia, imparare come affrontate voi questi traguardi.
Mettere a frutto la mia esperienza per creare per te fotografie che saranno la prova tangibile di quanto è bella la vita vera. Quella dove non ti prendi troppo sul serio, quella che “a sembrare perfetti ci pensiamo domani”. Quella dove capricci e risate, bronci e abbracci si susseguono e si alternano tutto il giorno.
Dimmi tu, della tua infanzia, quanti dei momenti messi “in posa” ti ricordi (piacevolmente).
Non pensi che anche i tuoi figli vorrebbero rivederti e rivedersi con i capelli arruffati?
Dammi un colpo di telefono o mandami un messaggio e con un caffè in mano ci faremo quattro chiacchiere su questi ricordi.
Le foto di questo post sono state fatte da Filippo perché come dicevo prima io mi sono concentrata sulla mia macchina a pellicola. E ci vorrà un po’ di tempo prima che il rullino veda la luce rossa della camera oscura.
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