Il Rural Workshop non è un workshop è un grande raduno di una ancor più grande famiglia.
Una famiglia che vedi una volta all’anno e proprio per quello, non ne vedi l’ora!
Una famiglia che offre sostegno e parole di conforto ma che allo stesso tempo ti sprona a fare meglio.
Una famiglia dove anche se non si va d’accordo con ogni suo membro non se ne fa una questione personale.
Una famiglia dove i maestri sono allievi e gli allievi diventano maestri. Dove ognuno può essere se stesso e cantare con la sua voce. Dove è più importante quello che fai non i like che porti a casa. In questo senso i workshops ai quali ho partecipato, da Joshua D’Hondt a Roberto Panciatici passando per Fer Juaristi, Raquel Chicheri e per finire con i fantastici Bee & Rog Walker, alias Papermonday, sono state esperienze importanti per apprezzare innanzitutto stili ed approcci alla fotografia diversi dal mio. L’ispirazione che nasce dai momenti di confronto con pensieri diversi dal proprio è sempre un momento molto importante di crescita e credo di aver portato a casa non solo diversi spunti nuovi per il mio lavoro, ma anche una rinnovata carica per questo 2018 ormai già alla primavera.
Una famiglia che, per come sono io di carattere, mi ha catturato fin da subito con le sue lingue ed i suoi suoni. L’opportunità di confrontarsi con fotografi provenienti da diverse parti del mondo non solo è stata un’esperienza incredibile, ma anche rincuorante nello scoprire che spesso i problemi, indipendentemente dal paese di provenienza, sono comuni.
La ciliegina sulla torta me l’ha regalata Filippo col quale è stato meraviglioso condividere questa avventura. Torneremo il prossimo anno al Rural Workshop? Chi lo sa…
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