Si dice che riusciamo a capire le nostre madri solo quando a nostra volta diventiamo madri.

Non sono così sicura che questo detto sia completamente vero. Tempo fa ho letto il libro “Una madre lo sa” di Concita De Gregorio, nel quale, tra le altre cose, racconta le diverse tipologie di madre.

“Cosa sia una “buona madre” lo decidono gli altri. Il coro. Quelli che sanno sempre cosa si fa e cosa no. Cosa è giusto, saggio, utile. Quelli che dicono “è la natura, è così”: devi avere pazienza, assecondare i ritmi, provare tenerezza, dedicarti. Se ti senti affondare è perché sei inadeguata. Se i figli non vengono devi rassegnarti: non accanirti, non insistere. Si vede che non eri fatta per essere madre. Se non ne hai voluti devi avere in fondo qualcosa che non va. Se non hai nessuno vicino che voglia farne con te è perché non l’hai trovato, sei stata troppo esigente, forse troppo inquieta. Se preferisci il lavoro allora cosa pretendi. Se ti stanca sei depressa, se ti fa impazzire sei un mostro… Una cattiva madre.”

La madre si sveglia con i suoi due figli nel lettone

Fortunatamente poi la vita, quella vera, viene in nostro aiuto trovando un posto a tutte le cose. Le storie che ho letto ne “Una madre lo sa” parlano di queste vite vere, reali e di quanti modi diversi ci siano per essere madre o, anche perché no, di non esserlo. Di quante ombre sia pieno l’amore perfetto, quello tra madri e figli, e di quante risorse inattese. Quante strade esistano per accogliere quello che viene, quello che c’è.

Ricevere “il permesso” di sentirmi madre pur non avendo mai partorito ha liberato in me una forza ed un’energia che tutt’ora mi travolge.

La madre sta asciugando i capelli del figlio dopo la doccia

Il fatto che non ho mai partorito non riesce ad impedirmi di capire la gioia di una madre nel sentire la prima parola del proprio figlio, capire l’ansia ed il dolore che provano quando i figli si fanno male o piangono…….

Certo, magari l’eco di quei sentimenti non sarà mai così intenso come quelli della propria madre, ma riuscirò sempre a sentirli, l’onda d’urto mi arriva forte e chiara.

A tal proposito, qualche giorno fa parlavo con una “madre di pancia” che mi raccontava come qualche anno fa, quando ero agli inizi di questa attività di fotografa documentarista di famiglia, avesse molte riserve se non scetticismo sul come e sul quanto avessi io le capacità di riflettere nella fotografia tutta quella gamma di sentimenti che “solo” le madri provano. Mi ha però confessato che si è dovuta ricredere perché oggi riesce a vedere e a sentire nelle mie immagini quell’affetto e quelle emozioni genuine che le madri vere provano.

Mamma consola la figlia che non sta bene

Questo è stato uno dei migliori complimenti che ho mai ricevuto da quando mi occupo di fotografia documentaria di famiglia perché un conto è avere la convinzione di riuscire ad entrare in empatia con le famiglie che si sta fotografando, un conto invece è vedersi riconosciuto da altri de visu.

La madre consola il figlio stanco
La madre sa già che il figlio farà una marachella
I baci della madre sono il miglior cerotto
La madre che misura la febbre alta della figlia